Radio Vaticana
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Federico Piana:
Adesso vi porto a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo dove c’è un ospedale che è quello di Monkole, dove si combattono le Epidemie. Un centro molto importante aiutato da Harambee Africa International onlus, un organizzazione che si occupa di sviluppo in Africa e ha aiutato concretamente questo ospedale con progetti che hanno aiutato lo stesso a progredire. Qui abbiamo incontrato il dott. Léon Tshilolo pediatra, ematologo e direttore sanitario dell’ospedale, il quale ci ha raccontato la lotta della Repubblica Democratica del Congo contro queste epidemie Ebola in testa. Sentiamo come ci ha risposto.
Léon Tshilolo:
In Congo noi abbiamo come epidemie quelle principali che sono: AIDS, la Malaria e la Tubercolosi. Sono patologie che sono endemiche nel nostro Paese, anche se sono abbastanza controllate attualmente.
Federico Piana:
Cosa si sta facendo per contrastarle?
Léon Tshilolo:
Stiamo per il momento seguendo tutte le raccomandazioni dell’O.M.S. Ad esempio per l’AIDS noi stiamo facendo la politica della diagnosi precoce. Diagnosi precoce che si fa in tutte le categorie di persone con test che sono volontari nonché test a tutte le donne in gravidanza. Questo fa parte della politica Internazionale di prevenzione della trasmissione della malattia dalla madre al bambino. Per la Tubercolosi una malattia ancora frequente la quale è responsabile della morte di molte persone, tra l’altro ha una relazione con AIDS perché avendo molti pazienti affetti dall’ AIDS, la prevalenza nel Congo è del 4%, questi sono anche suscettibili a sviluppare la Tubercolosi e quindi essendo tubercolari possono trasmettere agli altri pazienti. Le misure da prendere sono sempre quelle: diagnosi precoce e il trattamento adeguato completo. Per quanto riguarda la Malaria invece, come loro sanno, la Malaria rimane la prima malattia mortale in molti paesi africani. La politica è sempre quella di fare la diagnosi precoce con test che sono accessibili anche in quei posti dove manca la corrente elettrica, perché non c’è bisogno di un microscopio, adesso ci sono dei test rapidi di diagnosi e poi i governi hanno messo a disposizione della popolazione dei farmaci che sono più attivi contro il parassita della malaria. In quel campo direi un bel progresso gli scambi della ricerca che noi abbiamo con alcuni partner del nord.
Federico Piana:
In tutto questo il sistema sanitario locale è in grado di sopportare tutte queste attività di prevenzione, di diagnosi precoce ecc.?
Léon Tshilolo:
No, il Ministero della sanità è insufficiente per prendere in carico tutti questi programmi di prevenzione e di cure di queste tre principali endemie, quindi c’è ancora un grande bisogno di un appoggio finanziario che viene dalle istituzioni internazionali e da vari donatori.
Federico Piana:
Possiamo raccontare l’intervento dell’ospedale di Monkole che Lei dirige, in tutta questa situazione cosa fa l’ospedale, qual è la sua attività in una metropoli come quella di Kinshasa?
Léon Tshilolo:
L’ospedale di Monkole è situato nella parte semi rurale di Kinshasa ha almeno la caratteristica di poter offrire il suo modello, un modello di sviluppo di una struttura sanitaria che ha una visione centrata sul malato, questo è un nostro contributo. Dal punto di vista della politica nazionale e della presa in carico di queste epidemie a Monkole noi seguiamo un migliaio di pazienti affetti da AIDS ai quali diamo tutti i farmaci e tutte le misure fissate dall’O.M.S.. Per quanto riguarda la malaria direi che a Monkole abbiamo la fortuna di avere la possibilità di sperimentare per la prima volta in Africa un laboratorio di sorveglianza epidemiologica delle malattie endemiche. Un laboratorio che è stato concepito da un laboratori francese che si chiama Caplan e che è stato utilizzato per la prima volta a Monkole. Noi lo utilizziamo attualmente per la sorveglianza della resistenza del parassita della Malaria ai vari farmaci che circolano nel nostro Paese. Le faccio sapere inoltre che da questa esperienza è venuta fuori un’altra missione, con questo laboratorio Caplan, per la sorveglianza dell’epidemia di Ebola, la quale è stata controllata in Congo. Adesso c’è una squadra di tecnici congolesi e francesi che sono andati in Sierra Leone e Guinea per utilizzare questo laboratorio mobile.
Federico Piana:
Ci può sintetizzare le attività di Harambee Africa International onlus lì in Congo?
Léon Tshilolo:
Harambee ha aiutato Monkole dall’inizio della canonizzazione di San Josèmaria Escriva dando soprattutto un appoggio a quello che noi chiamiamo le antenne medico sociale, le antenne medico sociale sono centri di sanità accoppiati ad un centro di formazione per giovani mamme per ragazze che possono imparare un mestiere come cucire o apprendere qualcosa in cucina ecc. e questo programma di Harambee quest’anno ci permette di offrire alle mamme la possibilità di avere un follow up completo dalla gravidanza fino alla nascita del bambino che permetterà tra l’altro a queste donne di essere seguite almeno tre volte da una squadra di medici e di infermieri per la loro gravidanza e di fare un esame che non è possibile fare a tutte le mamme gravide che è l’ecografia, che da noi si chiama anche video perché la mamma può vedere per la prima volta il suo bambino mentre sta nella pancia. Questo è uno degli aiuti che ci da Harambee.
Federico Piana:
Se volete sapere di più su questo ospedale andate sul sito che è monkole.cd e vedrete l’esperienza di questi medici che nella Repubblica Democratica de Congo sono all’avanguardia.