Home > News > World Africa Day: un’occasione per sfidare gli stereotipi con Nkechi Asogwa, medico a Lagos

Ogni 25 maggio il mondo si unisce per celebrare la Giornata Mondiale dell’Africa, un’occasione significativa anche per smentire gli stereotipi e riconoscere il vero potenziale di questo vasto continente. Mentre l’Africa affronta sfide socioeconomiche complesse, è importante evidenziare il ruolo fondamentale dei singoli e degli enti locali che lavorano instancabilmente per combattere la povertà e fornire occasioni di crescita. E su questo è molto d’accordo Nkechi Asogwa, medico, nigeriana, fondatrice dell’organizzazione non governativa “Doctor’s Health Initiative”, che abbiamo intervistato a Roma recentemente.
Asogwa ha condiviso con noi la sua esperienza e la sua passione per il cambiamento. Medico generico a Lagos, è attivamente impegnata nel sostegno alla salute della famiglia e in particolare delle donne. Con una visione chiara della necessità di prevenire la morte evitabile di bambini e persone affette da malattie, ha dedicato la sua vita a fornire cure mediche di qualità, specialmente a coloro che non possono permettersi di pagare per tali servizi. E’ l’attuale presidente di DHI, impegnata nel campo dei diritti umani; dal 2008, DHI realizza programmi di assistenza agli sfollati interni (oltre tre milioni, a causa dell’estremismo violento nel Nord-Est del Paese) fornendo servizi sanitari, beni di prima necessità e generi alimentari.

Qui di seguito la trascrizione integrale, in italiano, dell’intervista realizzata.

La Nigeria è uno dei paesi in più rapida crescita, tuttavia una gran parte della popolazione vive ancora in povertà. Quali sono gli ostacoli più grandi ad uno sviluppo sostenibile per tutti?

La Nigeria è conosciuta come una delle economie in più rapida crescita, ma molti dei suoi abitanti vivono in condizioni di povertà, con meno di un dollaro al giorno. Ci sono diversi ostacoli allo sviluppo per tutti i nigeriani, uno dei principali è la mancanza di formazione. Abbiamo una popolazione giovane in crescita, molto intelligente e lavoratrice, ma questi giovani hanno bisogno di acquisire competenze che li rendano imprenditori, che forniscano loro le abilità imprenditoriali di cui hanno bisogno.
Un altro fattore è l’istruzione, di qualità, che dia loro l’opportunità di svilupparsi come risolutori di problemi. Inoltre, c’è ovviamente il problema dei finanziamenti: alla fine è necessario avere dei fondi per affrontare i problemi identificati grazie alla formazione! Abbiamo bisogno anche di politiche governative adeguate e di sicurezza perché attualmente una parte del paese è terrorizzata dagli insorti di Boko Haram nel nord, ma ci sono anche numerosi altri attori che creano insicurezza nel paese e questo non consente buone opportunità di crescita economica. In certe aree mancano ancora le infrastrutture di base, come l’elettricità, l’acqua, le buone strade. Ci sono così tante questioni cruciali ancora irrisolte… e ovviamente non abbiamo strutture sanitarie adeguate per curare molte persone affette da malattie che potrebbero essere facilmente trattate.

      

Quali sono le sfide che affronta oggi la tua ONG?

Dall’inizio di Boko Haram in Nigeria, più di 20 milioni di persone sono state sfollate dalle proprie case ed è un evento catastrofico che tutti dovrebbero conoscere. Grazie alla mia Ong, “Doctor’s Health Initiative”, che è un’organizzazione non governativa guidata da donne, in Nigeria stiamo aiutando queste persone, in particolare le donne e i bambini che sono altamente traumatizzati e che hanno dovuto fuggire dalle loro case abbandonando il loro sostentamento a causa della situazione. Offriamo loro cure sanitarie di qualità e accessibili, con l’aiuto dei nostri sponsor, amici e familiari. Ci rechiamo nei campi dei rifugiati interni e istituiamo cliniche, identifichiamo i bisogni sanitari delle comunità e li affrontiamo con l’aiuto di professionisti: gestiamo cliniche che si occupano di problemi di salute mentale, ginecologia, pediatria e così via. In sostanza, analizziamo le mancanze, i bisogni di queste comunità, che siano gruppi di sfollati interni o comunità stabili a Lagos e in varie parti del paese, e offriamo loro servizi medici buoni ed economici.

Cosa ti ha spinto a diventare un medico?

Ho deciso di studiare medicina spinta dal desiderio di aiutare e sostenere concretamente le persone bisognose. Crescendo, potevo vedere intorno a me storie diverse, sentivo di persone che morivano, specialmente bambini. Ricordo mia madre che ha perso un bambino quando avevo circa sette anni, e tutta la famiglia è stata colpita da questa perdita, a causa della malaria. Non ricordo se fosse un maschio o una femmina, ma quel ricordo è rimasto con me: un piccolo bambino che muore, una situazione molto comune in Africa. La mia famiglia non era molto ricca, proveniamo da una famiglia di classe media, ma decisi che volevo davvero aiutare a prevenire la morte di bambini e di altre persone a causa di malattie evitabili. Quindi ho fatto uno sforzo per studiare e ho intrapreso la carriera medica che è un percorso molto difficile da seguire in Nigeria e oggi vivo il sogno che ho sempre desiderato: dare una mano alle comunità, alle persone, alle donne, alle ragazze, ai bambini, specialmente a coloro che non possono permettersi cure mediche di qualità.

Il 25 maggio è la Giornata dell’Africa. Qual è il significato di questa giornata e come potrebbe la comunità internazionale conferirle un significato concreto?

Il 25 maggio è la Giornata dell’Africa, ed è un’ottima opportunità per sfatare alcuni dei pregiudizi che circondano l’Africa. In generale, gli stereotipi suggeriscono che gli africani siano persone molto povere e pigre, che vogliono tutti lasciare i loro paesi e trasferirsi in nazioni sviluppate. Ma la vera Africa non è così. Gli africani sono persone laboriose, orientate alla famiglia e desiderose di far parte di una comunità sostenibile che si prende cura di sé stessa. Quindi penso che celebrare la Giornata dell’Africa sia un momento in cui la comunità internazionale può riflettere sull’opportunità di offrire agli africani un posto nella comunità globale, ascoltare gli africani raccontare la loro storia, capire quali sono i nostri bisogni e come possiamo, come africani, contribuire allo sviluppo della comunità internazionale.
L’Africa ha grandi risorse umane e può fare molto con queste. Abbiamo valori culturali, valori familiari e possiamo offrire il nostro contributo al mondo intero. C’è molto che possiamo fare dall’Africa, oltre alle nostre risorse naturali che sono state sfruttate attraverso la colonizzazione e poi attraverso una nuova forma di sfruttamento, dovuto ai diversi modi in cui i governi africani sono costretti a modificare le tradizioni culturali e religiose delle loro persone in cambio di aiuti economici. Ma questo non ci rappresenta. Gli africani credono che, quando viene loro data l’opportunità, sono in grado di dimostrare il loro valore anche nella comunità globale, e molti africani si stanno distinguendo in modo fantastico a livello mondiale.