Home > News > Il futuro dell’Africa: debolezze e opportunità. Manuel Lago, delegato H. in Costa d’Avorio

Dagli Atti del Ventennale. “ L’Africa è un continente enorme, con 55 paesi e circa 1,4 miliardi di abitanti: le differenze sono altrettanto immense riguardo alla storia, alle usanze e alle culture. Lo dico per invitare alla prudenza, evitando il rischio delle generalizzazioni. Parlerò quindi della Costa d’Avorio.

Alcune caratteristiche
La prima è, a mio parere, il dinamismo: il 50% della popolazione ha meno di 20 anni e circa il 66% ha meno di 25 anni. Questo è un asso nella manica, una forza, una fortuna. La maggior parte degli ivoriani, siano essi cristiani, musulmani o animisti, sono aperti alla trascendenza, credono che Dio esista e che Egli intervenga nelle nostre vite, che si possa contare su di Lui. Questa apertura può portare a situazioni sorprendenti (magia, importanza dei sogni, superstizioni…), ma permette di costruire una fede e una visione della persona umana e della vita in generale governate dall’esistenza e dalla presenza di Dio.

Le debolezze
Si potrebbero riassumere dicendo che il passaggio da una società tradizionale, analfabeta e rurale, a una società “postmoderna”, avvenuto in Europa in migliaia di anni, sta avvenendo in Costa d’Avorio in tre generazioni.

Ad esempio, la vita politica di un paese con 23 milioni di abitanti. In Europa, il passaggio dal sistema feudale al sistema democratico parlamentare ha richiesto secoli; e ci sono ancora aggiustamenti da fare. Ho partecipato a riunioni di villaggio, in cui tutti gli uomini della generazione che potremmo definire “adulta” parlavano per ore seduti all’ombra di un albero, l'”albero a parole”, per prendere decisioni. Queste riunioni sono una lezione: ognuno dice ciò che pensa, se qualcuno interrompe chi sta parlando, viene corretto, gli anziani danno il loro parere, che è molto apprezzato…

Uno dei problemi che complicano seriamente il buon funzionamento della società è la diffusione della corruzione. Aggravata dalla mancanza di sanzioni. L’istruzione si è degradata negli ultimi quindici anni. La sanità pubblica funziona male. La famiglia tradizionale, o meglio i diversi modelli di famiglie tradizionali, non erano necessariamente perfetti ma funzionavano. Il contatto con l’Occidente ha portato notevoli miglioramenti ma superficiali, perché vissuti da persone cresciute nel vecchio sistema.

Le minacce
La povertà è sicuramente una minaccia, nella misura in cui può spingere a fare ciò che non si dovrebbe sapendo che non si dovrebbe fare, o a correre rischi inconsulti per cercare di risolvere situazioni percepiti come disperate. L’esempio più pittoresco sono quei migliaia di immigrati clandestini che cercano di attraversare il mare su imbarcazioni di fortuna.

Il livello di copertura sanitaria: una persona che vive in un villaggio a 10 km dal medico più vicino, se si ammala avrà difficoltà. E poiché inoltre non ha soldi, prima di andare dal medico cercherà altre soluzioni. Quando va in ospedale, spesso è già troppo tardi.

L’istruzione e l’inserimento professionale. La cosa più grave, da evitare a tutti i costi, è avere una gioventù senza speranza: se non c’è speranza, lo sforzo non vale la pena.

E cosa succede con l’aiuto dei paesi ricchi dell’Occidente? A mio parere, questa è la grande minaccia. Se a un povero, che ha bisogni reali e urgenti, viene dato un aiuto condizionato all’accettazione di rinunciare alla propria dignità, è crudele.

Non esagero: gli organismi internazionali aiutano ma spesso impongono le loro ideologie.

Opportunità
Harambee è una grande opportunità. Qui stiamo cercando di capire cosa si può fare in collaborazione con gli africani e a beneficio degli africani. E ci sono anche altre organizzazioni che vanno nella stessa direzione. Parlerò ora di alcune opportunità che sono state create in Costa d’Avorio da ivoriani e sempre più con l’iniziativa degli ivoriani.

1) Pensando ad aiutare a risolvere problemi gravi e immediati, sicuramente Walé è un buon esempio: fornire cure mediche di qualità a persone senza risorse. A prezzi simbolici e talvolta nemmeno quello. Donando ai pazienti speranza e dignità. 30.000 visite all’anno, 50.000 analisi cliniche, 1.300 pazienti con HIV sotto tutela, ecc. ecc. Tutto ciò è possibile grazie a Harambee e ad altre organizzazioni che comprendono le esigenze e non impongono condizioni assurde.

Walé nutre nei primi 18 mesi di vita i bambini nati da madri sieropositive e indigenti per evitare il rischio di contagio attraverso il latte materno: tra 80 e 90 bambini in permanenza. Con l’aiuto di una fondazione spagnola, Walé ha creato un fondo di garanzia e un piano di formazione affinché le madri sieropositive espulse dal loro focolare dai loro mariti possano sviluppare un’attività generatrice di reddito; qualche tempo dopo, di fronte al successo e con l’esperienza di quel programma, Walé ne ha creato un altro per donne indigenti che chiedono di abortire perché non hanno mezzi.

Con il Covid19 le cose si sono complicate: i pazienti che vivono nei villaggi più o meno vicini hanno smesso di venire per farsi curare perché la disoccupazione aveva aggravato la loro povertà e i prezzi di tutto, soprattutto dei trasporti, erano aumentati. Abbiamo avviato dei team mobili che vanno nei villaggi per effettuare i controlli, prelevare campioni di sangue per le analisi, portare gli antiretrovirali e il latte e i cereali per i bambini. In questo caso l’aiuto di Harambee è stato decisivo; tra le altre cose, finanziandoci l’acquisto di un’auto per quel progetto.

Una cosa importante, di cui sono particolarmente orgoglioso: le 58 persone che lavorano a Walé sono tutte africane. Io non lavoro a Walé. Li aiuto a trovare aiuti, do loro consigli e, di tanto in tanto, qualche dritta.

2) Il problema dei ragazzi e delle ragazze che non continuano i loro studi. Già molti anni fa, nel 1990, è nata Yarani, una scuola per formare donne, soprattutto ragazze giovani non scolarizzate, che ricevono una formazione e ottengono un diploma o un certificato di formazione professionale in cucina, sartoria, ospitalità, assistenti sanitari, ecc.

3) Una delle grandi preoccupazioni dell’Unione Europea è quella degli africani che cercano di attraversare il Mediterraneo o la parte dell’Atlantico che separa la costa occidentale dell’Africa e le Isole Canarie: abbiamo creato Akatio, una scuola di formazione professionale per ragazzi non scolarizzati. Corsi brevi, di alcuni mesi, di muratore, idraulico, elettricista, elettronico, pasticciere… Spesso queste formazioni sono programmate in collaborazione con le aziende che assumeranno questi ragazzi.

4) I giovani: trasmettere valori, infondere virtù, aprire orizzonti, dare speranza, creare leader. Questo è un tema fondamentale. La nostra esperienza è molto positiva: molti giovani rispondono e poi riescono a farsi strada professionalmente e a fondare una famiglia… e vengono a raccontare le loro esperienze alle promozioni successive. E compensare il caos delle università. Tutti i nostri centri per giovani hanno avviato programmi di grande successo. Li chiamano con nomi in inglese: Personal Development Program (PDP), Ourébi Students Development Program (OSDP), Build Your Future… È di moda…

5) C’è un argomento di attualità che è la bioetica, specialmente per i medici e per i legislatori, che sappiano resistere alle pressioni provenienti dagli organismi internazionali. Abbiamo fatto alcune cose, a volte con un impatto importante sulla stampa. È un argomento che ci proponiamo di sviluppare. Sfortunatamente, è un tema per il quale non è facile trovare sovvenzioni europee. Ma ci sono parecchi medici, ostetriche e giuristi molto interessati a sviluppare queste attività. Ho avuto il piacere di partecipare a alcune di esse.

6) L’istruzione media e universitaria: abbiamo creato una scuola per ragazzi e una per ragazze che occupano il secondo e il terzo posto nella classifica nazionale dell’istruzione media. La chiave del successo è ottenere che i genitori dei ragazzi siano strettamente coinvolti nel progetto educativo.

Alcuni amici hanno creato l’Università delle Lagune, che ha attualmente tre facoltà: Giurisprudenza, Economia e Gestione e Matematica Applicata. Hanno il progetto di creare una facoltà di Comunicazione. L’Università sta guadagnando prestigio ed è una valida alternativa all’emigrazione, soprattutto per famiglie che non hanno i mezzi per “esportare” i propri figli o che preferiscono proteggerli dallo “shock culturale”. Infine, un progetto che ha già diversi anni e va molto bene: la Management et Développement d’Entreprise (MDE) Business School, associata allo IESE di Barcellona. È molto importante. Parlare di etica e giustizia sociale, di efficacia e senso di responsabilità con i direttori di aziende importanti e della Pubblica Amministrazione ha un enorme impatto nel risolvere i problemi fondamentali di cui ho parlato prima.

Bene, credo di essere riuscito a esporre il mio punto di vista: che ci sono buoni motivi per sperare che le cose migliorino e che le idee positive siano molto ben accettate. Una delle cose che mi rallegra e mi rassicura di più è che tutti questi progetti sono promossi e sviluppati da ivoriani al 99%.

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